Il colpo di Morgan arriva a freddo. A un'ora dalla finale, con la macchina della diretta televisiva lanciatissima. « Sono una persona in evoluzione. Vorrei cambiare ruolo. Che so, occuparmi delle basi, visto che il mio mestiere è scrivere canzoni. Sono un proletario del settore audio e qui mi sento troppo aristocratico, troppo in alto», aggiunge il cantautore-giudice. Prova a sterzare Giorgio Gori, ad di Magnolia che produce il programma: «Fra quattro mesi magari si diranno altre cose. Anche Simona Ventura ai tempi della finale della seconda edizione sembrava convinta di tornare e invece ha cambiato idea». Questione delicata. È vero che Morgan ha il gusto della battuta, è vero che ha ancora un contratto che lo lega allo show per la prossima edizione, ma è anche personaggio imprevedibile e averlo scontento nel team di lavoro sarebbe controproducente per tutti. Vedremo. Erano tre i finalisti. Marco, favorito sin dalla vigilia, portato qui da Morgan; Giuliano, il soulman sardo della squadra di Claudia Mori (anche il suo ep esce domani, sabato al «Processo » su Raidue la rivincita per il premio della critica); le Yavanna, incomprensibili fatine del team di Mara Maionchi.
Il trionfo di Marco |
In studio ieri c'era anche Antonella Clerici, che l'edizione numero 60 di Sanremo la condurrà. «Sono venuta a prendere il vincitore», dice. Il padrone di casa qui, invece, è Francesco Facchinetti. Ha condotto in porto la terza edizione fra mille difficoltà. «È stata una stagione 'Xstratosferica'. Le cose che qualcuno ha detto contro di noi mi sono scivolate addosso e le ho trovate indelicate», commenta prima di andare in onda. Un modo elegante per replicare alle critiche arrivate da Simona Ventura, che il programma lo ha lasciato ed è stata sostituita da Claudia Mori. Le altre difficoltà le ricorda Gori: «Abbiamo anticipato la messa in onda di sei mesi e questo non ha fatto maturare nel pubblico la voglia di vedere un nuovo X Factor. Poi su Raiuno abbiamo avuto contro la Champions in una stagione carica di eventi, Saviano da Fazio su Raitre e Bonolis con Peter Pan su Canale 5». Tutto questo è costato oltre due punti di share negli ascolti: l'anno scorso la media era stata del 14,03%, quest'anno l'11,46%.
Soddisfatto Massimo Liofredi, direttore di Raidue (ed ex musicista): «Fino all'anno scorso mi godevo lo show con mio figlio 17enne. X Factor ha creato attenzione, ma ha ancora grandi potenzialità, deve diventare una sorta di miniSanremo, imporsi al pubblico giovanile e aiutarmi a riportare la musica sulla rete». La gara ha visto prima la sfida a tre. Apertura con il piatto forte, i duetti: Giuliano con Lucio Dalla in «Caruso », Marco con Alex Britti in «Oggi sono io» (ottimo), le Yavanna con Max Pezzali in «Come mai». Poi una cover (Giuliano primeggia con «Bella senz'anima») e l'inedito (quello di Marco ha più sprint). C'è anche un saluto di Fiorello che ha incontrato i ragazzi nel backstage del suo spettacolo teatrale. Il televoto decide tutto: prima esclude le Yavanna e poi dopo un emozionante confronto incorona Marco. Attenzione, i telefonini decidono anche a Sanremo.
Andrea Laffranchi
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